ITINERARI ESCURSIONISTICI

LA SILA



IL BOSCO DEL GARIGLIONE

Questo itinerario, all'interno del Parco Nazionale della Calabria zona Sila Piccola, si realizza interamente nel cuore del Bosco del Gariglione, una delle più celebri foreste silane, ripercorrendo per un lungo tratto un'antica pista d'esbosco.
Dalla stazione forestale del Gariglione ci si immette in un suggestivo percorso che si snoda lungo le pendici tra gli onnipresenti faggi e gli eleganti abeti. Il sentiero costeggia l'alta valle del Soleo e, dopo un tortuoso percorso, conduce sull'ampia radura di Macchia dell'Orso. A questo punto, girando a Nord, si risale il versante e, discendendo, poi, lungo un pendio per circa 1 Km., si raggiunge l'ampia pista forestale "Mamma Giuseppina" antico tracciato della ferrovia a scartamento ridotto. Continuando in direzione Ovest per circa tre chilometri ci si imbatterà in un monumentale esemplare di abete bianco della circonferenza di oltre cinque metri, assaporando per un attimo il fascino possente e primordiale delle antiche foreste. Risalendo, infine, il pendio si giungerà su una delle anticime del Gariglione da dove si potrà godere un'ampia visuale dell'acrocoro silano.

BOSCO FALLISTRO

Da Camigliatello Silano, proseguire sulla SS 107 Paola-Crotone sino al bivio di Croce di Magara, svoltare a destra in direzione di Valle Inferno ed imboccare, dopo circa un chilometro, la sterrata che conduce al bosco ben visibile anche dalla strada.
Bosco Fallistro, in Sila Grande, rappresenta un monumento naturale veramente unico nel suo genere. La presenza raggruppata, in esso, di circa cinquanta enormi piante di pino laricio ed acero montano, che sfiorano i 40 metri di altezza ed i due metri di diametro per un'età stimata di 400 anni, ne fa l'ultimo brandello superstite della selva primigenia, ribattezzato con il nome "I Giganti della Sila".
Il percorso è molto semplice ed agevole, all'interno dei cinque ettari della riserva biogenetica appositamente creata per tutelare l'integrità dei Giganti. Fallistro costituisce un autentico santuario della natura, una sorta di magico Eden dove ci si sente trasportati fuori dal tempo nella dimensione eterna ed immutabile dei primordi. I tronchi enormi si ergono improvvisi dal verde di un sottobosco ricchissimo: rosa canina, melo selvatico, cocumiglio, biancospino, felce aquilina e varie graminacee. Grandi aceri montani, gruppi di pioppi tremoli dagli stupendi colori e giovani faggi completano il panorama.

SILA GRECA

Uscendo allo svincolo di Sibari sull'autostrada SA-RC si procede verso Corigliano proseguendo, poi, verso Rossano sino al bivio con la strada per Santa Maria del Patire sulla quale ci si dovrà immettere. A circa sei chilometri dalla chiesa parte una sterrata, siamo in località Piano del Sorbo. Avviandosi sul sentiero ci si inoltra in un bosco ricco di essenze e costituito, a questa quota, da secolari esemplari di cerro, rovere, acero montano, inframezzati da pini e da superstiti castagni di proporzioni a volte gigantesche. Si arriva così in breve ad un bivio. Piegando a destra si giunge ad un ampio stazzo per il bestiame dalla caratteristica forma a ferro di cavallo dal quale si potrà godere di una vasta veduta sulla scoscesa vallata del Cino. Di fronte all'ovile la sterrata termina, si prosegue perciò in discesa lungo il crinale seguendo un tratturo abbastanza evidente. L'antico tratturo si incunea fra pareti e dirupi con sapiente maestria, preservato dall'erosione dai diversi muretti a secco e da gradoni in pietra. Usciti da un querceto secolare ci si ritrova in una macchia mediterranea molto fitta e rigogliosa: lecci, aceri, ornielli, carpini a cui si mischiano rari bagolari e spettacolari formazioni di fillirea. Il sentiero si infila ora in una piccola valle laterale e, attraversato un ruscelletto, riprende a salire sul versante opposto. Abbandonando il sentiero e seguendo l'alveo del ruscello si giunge, in circa 30 minuti, sullo sterminato letto della fiumara del Cino. Oltrepassando alcune briglie si incontra la presa di un acquedotto e subito dopo un affluente del Cino del quale occorrerà risalire il corso per un centinaio di metri per trovare immediatamente sul versante sinistro del vallone l'imbocco di un nuovo sentiero che consentirà di risalire la pendice sino ad un piccolo pianoro. Continuando lungo il crinale in direzione N-E si incontra una nuova sterrata che conduce alla provinciale Pesco Patire e, proseguendo per circa un chilometro, si ritorna al punto di partenza.


 

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