ITINERARI ESCURSIONISTICI
a cura del

gruppo escursionisti d'aspromonte
Via Castello, 2 - 89125 Reggio Calabria
DALL'ASPROMONTE ALLE SERRE SUL SENTIERO DEL BRIGANTE
Il Sentiero del Brigante è un itinerario di lunga percorrenza che si sviluppa, con direttrice sud-nord, lungo i crinali dell'Aspromonte e delle Serre.
Era questa la via naturale percorsa lungo i millenni da popolazioni sicanie, bruzio-lucane, magno-greche, romane, ecc. per spostarsi agevolmente lungo l'estrema penisola calabrese, senza incappare nelle intransitabili forre di mezza costa o nei miasmi degli acquitrini e delle paludi costiere.
Nei secoli di intensa colonizzazione magno-greca e romana, venne tracciata, tra le altre, la via Annia-Popilia; ma la via di crinale, la via Grande, rimase ancora a lungo privilegiata da ribelli, fuggitivi e briganti.
L'itinerario riveste dunque un indiscutibile interesse storico, testimoniato, nel tratto compreso fra lo Zomaro ed il Passo del Mercante, dai resti, consistenti in lunghe liste di muri a secco costituenti la traccia di accampamenti e fortificazioni, risalenti al "Bellum Spartacium" ed in particolare allo scontro qui verificatosi, nell'inverno fra il `72 ed il `71 a.C. tra l'esercito degli schiavi, guidati dal principe dei gladiatori, il ribelle Spartaco, e le legioni romane comandate dal generale Marco Licinio Grasso.
Più a nord, nel triangolo Mongiana-Serra San Bruno-Stilo, sono ancora più evidenti le tracce del cammino dell'uomo e della sua storia. La Certosa di Serra San Bruno, la Cattolica di Stilo, San Giovanni Theresti, la Ferdinandea, i Bagni di Guida, sono la testimonianza di un'intensa vita civile e culturale così come le ferriere di Mongiana, la centrale idroelettrica di Bivongi e le miniere del bacino dello Stilaro ci raccontano di una felice stagione di sviluppo economico e sociale.
Ma l'interesse dell'itinerario è anche di indole naturalistica e paesaggistica. Percorrendo gli oltre 120 Km del Sentiero del Brigante l'escursionista verrà a contatto con gran parte delle essenze arboree e delle endemie vegetali che caratterizzano l'Aspromonte e le Serre, attraverserà fiumare e ruscelli, si disseterà alle sorgenti d'acqua che sgorgano direttamente dalla roccia, percorrerà verdi ed assolate radure, si affaccerà da paurosi dirupi e contemplerà le spettacolari cadute d'acqua. E tutt'intorno un paesaggio unico al mondo caratterizzato dal verde intenso della montagna, dall'azzurro di due mari, dai pittoreschi paesi incastonati tra le montagne e dagli scenari apocalittici che caratterizzano le alte valli del Torbido, dello Sciarapotamo, del Marro di Ciminà e della fiumara di Platì. A differenza degli altri itinerari di lunga percorrenza proposti, il Sentiero del Brigante attraversa zone antropizzate e dotate, pertanto, di strutture minime di accoglienza come trattorie, ristoranti, locande ed alberghi. Questa sua caratteristica lo avvicina, più degli altri, a quelli delle montagne dove più radicata è la pratica dell'escursionismo.
Per percorrere il sentiero, che è contraddistinto da segnavia di colore rosso-bianco-rosso e dal numero 1, sono necessari da 6 a 8 giorni di marcia. Si propongono, tuttavia, le seguenti 10 tappe che, essendo quasi tutte percorribili nei due sensi di marcia nell'arco di una giornata, consentono anche una fruizione parziale del sentiero stesso: Gambarie - Piano Melia;
Piano Melia - Sanatorio; Sanatorio - Trepidò - Canolo; Canolo - Passo della Limina; Passo della Limina - Croce Ferrata; Croce Ferrata - Mongiana; Mongiana - Ferdinandea; Ferdinandea - Serra San Bruno; Serra San Bruno - Bivongi - Pazzano - Stilo.
DA SAMO A MONTALTO, UN VIAGGIO NEL CUORE DELL'ASPROMONTE.
Per celebrare l'Anno Santo 1900 nacque l'idea di realizzare venti monumenti dedicati al Redentore su altrettante montagne d'Italia.
Montalto, vetta più alta d'Aspromonte, fu una delle montagne prescelte. La statua del Redentore, che si ergeva su "una base marmorea alta oltre dieci metri", con il trascorrere degli anni fu danneggiata a tal punto dalle intemperie che un operatore dell'Istituto Geografico Militare, in missione per misure trigonometriche, nel 1937 scriveva: "rintracciato il solo basamento di fondazione della Statua del Redentore".
Da allora la statua fu ricostruita per ben due volte. Dal 20 agosto 1994, a pochi metri dalla statua del Redentore, vi è anche una "rosa dei venti" in fusione di bronzo sistemata su un monoblocco di pietra di Lazzaro. Strumento di orientamento per gli escursionisti e gli appasionati di montagna, la "rosa dei venti" vuole anche essere il simbolo della ricerca, della ragione, della tolleranza e della fratellanza.
Si deve al G.E.A. l'idea e la realizzazione della rosa dei venti ed ai Club Rotary e al Lions Club di Reggio Calabria il merito di aver concretamente sostenuto l'iniziativa.
Montalto, con i suoi panorami, col suo silenzio, con i suoi simboli è dunque meta privilegiata dagli escursionisti ed importante crocevia per chi percorre a piedi l'Aspromonte.
Da Montalto parte il Sentiero Italia che, in cinque tappe, conduce l'escursionista a Polsi, al Lago Costantino, a San Luca, a Pietra Cappa ed a Zervò dove si raccorda con il Sentiero del Brigante. Da Montalto parte anche il sentiero che scende a Gambarie, sede del Parco Nazionale dell'Aspromonte, per raccordarsi con il Sentiero del Brigante e gli itinerari del comprensorio. Nei pressi di Montalto passa il sentiero Bova-Delianuova. A Montalto, infine, conduce l'itinerario che parte da Samo, nel versante orientale dell'Aspromonte. Samo, l'antica Precacore, paese di origine greca a circa 200 metri slm, è collegato alla costa Jonica da una strada rotabile che in pochi minuti porta a Bianco. I territori montani del Comune, che si estendono fino a Montalto, sono invece raggiungibili solamente a piedi.
L'unica strada rotabile, di recente costruzione, si inerpica, infatti, fino a poco più di mille metri slm, in zone totalmente disabitate, e si perde fra boschi e dirupi. Gli innumerevoli sentieri che, per secoli sono stati le vie di comunicazione e di scambio fra il mare e la montagna e che, ancora oggi, ne garantiscono l'accesso, conservano, pertanto, tutto il loro interesse. Questi sentieri, spesso scavati nella roccia da mani rudi e sapienti, attraversano un paesaggio quasi irreale caratterizzato da dirupi ed anfratti, da picchi assolati e da boschi impenetrabili, da profonde vallate e fiumare impetuose.
L'itinerario proposto, utilizzato per lo sfruttamento dei boschi e per il pascolo, era la via privilegiata, con quella che passava da Africo Vecchio e dai Campi di Bova, per l'Aspromonte Occidentale, ma era anche la via seguita dai pellegrini che numerosi si recavano al Santuario di Polsi in occasione dei
festeggiamenti settembrini. Il sentiero, contraddistinto da segnavia di colore rosso-bianco-rosso e dal n. 12, è percorribile in due giorni, con tappa a Monte Jofri.
DA BOVA A DELIANUOVA SULLE ORME DEGLI ANTICHI GRECI
Gli abitanti delle colonie greche dell'alto Jonio reggino, alla ricerca di più fertili terre e di nuovi mercati, ma anche di approdi sicuri sul Tirreno, valicarono in più punti l'Aspromonte per fondare, nel versante occidentale, importanti nuclei abitati. I locresi fondarono Medma, nei pressi di Rosarno, Metauro, l'odierna Gioia Tauro e Hipponion, Vibo Valentia.
Anche gli abitanti di Delia, cittadina ubicata sul litorale, alla foce della fiumara San Pasquale, fra l'attuale Bova Marina e Palizzi, risalirono i crinali aspromontani alla ricerca di nuove terre ma anche di luoghi più sicuri e difendibili dalle frequenti incursioni provenienti dal mare. Molti di essi si stabilirono a Bova, altri si sparpagliarono sulla spalliera Jonica dell'Aspromonte fino ad Africo, altri ancora lo valicarono per fondare, nei pressi di Pedavoli, l'antica Paracorio.
Oggi Pedavoli e Paracorio sono i due nuclei abitati caratterizzanti Delianuova, importante centro Aspromontano affacciato sulla Piana di Gioia Tauro e sul Mar Tirreno, ma gli abitanti dei due rioni non hanno ancora dimenticato le diverse origini e le antiche rivalità.
Fino alla metà del XIX secolo il sentiero tracciato dagli abitanti di Delia è servito ad alimentare intensi scambi tra le popolazioni di Bova, Africo e Paracorio legate da vincoli di affetto e fraternità che si cementavano in occasione delle feste patronali dei due paesi.
I Bovesi e gli Africoti si recavano a Paracorio in occasione della festa di san Domenica ed i Paracoriati a Bova per festeggiare San Leo.
Chi avrà la fortuna di incontrare un pastore avanti negli anni non dovrà farsi sfuggire l'occasione di interrogarlo per rivivere, attraverso la sua voce e le sue emozioni, il viaggio a piedi lungo il sentiero che conduceva a Paracorio. Partivano da Africo, da Bova, da Roghudi prima del sorgere del sole, valicavano l'Aspromonte e giungevano al mercato con il loro insostituibile compagno di viaggio, il mulo, carico di derrate. Nel primo pomeriggio riprendevano la via del ritorno. La costruzione di più comode strade rotabili, l'esodo delle popolazioni montane verso il mare, l'abbandono delle attività tipiche del mondo agricolo e pastorale, hanno fatto sì che il vecchio tracciato, che anche Norman Douglas, viaggiatore inglese, ha percorso e brevemente descritto nel suo libro Old Calabria , perdesse, in epoca recente la sua originaria funzione.
Oggi l'appassionato di montagna e l'escursionista potranno ripercorrere quel sentiero che conserva tutto il fascino della storia, potranno vivere la stessa fatica e le stesse emozioni che tanti altri uomini, ancor prima, hanno vissuto, potranno infine godere dello splendore di una natura incontaminata e di indimenticabili scorci panoramici. Per percorrere il sentiero che è contraddistinto da segnavia di colore rosso-bianco-rosso e dal n. 2, sono necessari da due a quattro giorni di marcia. Si propongono, tuttavia, le seguenti cinque tappe: Bova - Roghudi; Roghudi - Pesdavoli; Pesdavoli - Materazzelli; Materazzelli - Carmelia; Carmelia - Delianuova.
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Altri itinerari di breve percorrenza (da 4 a 9 ore) si snodano attorno a Gambarie d'Aspromonte, stazione turistico climatica montana posta a 1304 m. slm.
Tali ultimi percorsi, tutti identificabili da segnavia di diverso colore, sono
descritti e tracciati su una specifica cartina realizzata dal G.E.A. (Trekking nel Parco Nazionale d'Aspromonte - Mappa dei Sentieri - Comprensorio di Gambarie) che può essere richiesta via E-Mail direttamente a Promocalabria.