Storia e Costumi Calabresi

ARTIGIANATO ED ATTIVITA' ECONOMICHE

In ritardo rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno, la Calabria è a tutt'oggi una realtà economica marginale nel nostro Paese. Quali sono le cause di questa riconosciuta emarginazione? L'imponente esodo migratorio innanzitutto causato dall'altissimo indice di disoccupazione ed accompagnato dal declino dell'agricoltura, dal mancato decollo dell'industria e dall'esplosione spesso caotica del terziario. Un discutibile intervento pubblico, privo nell'ultimo ventennio di qualsiasi disegno programmatico, completa, poi, il quadro di un'economia locale che si attesta in fondo alle classifiche nazionali riguardo a reddito pro capite , produzione e consumi. Le difficoltà che possono a volte registrarsi in altre aree settentrionali del Paese non hanno nulla a che vedere con quelle nelle quali si dibatte da anni l'economia calabrese. Il processo di sviluppo che ha interessato prima il Nord e poi il Mezzogiorno, ha solo sfiorato la Calabria e troppo spesso creando danni irreparabili con interventi testardi e sconsiderati. Nonostante tutto ciò, oggi in Calabria si respira aria di fiducia e di ottimismo. Certo, il processo di rinnovamento che si è finalmente innescato non può che essere lento e progressivo; la voglia di cambiamento deve infatti divenire espressione di una coscienza civile diffusa e rafforzare quella volontà di riscatto che è partita dalle Istituzioni Regionali per diffondersi a macchia d'olio in ogni dove. E' ormai risaputo che l'industria più promettente in Calabria si è rivelata essere quella legata al tempo libero. Il Turismo in breve tempo ha soppiantato altre tradizionali attività economiche. Dalla Sila cara a Virgilio a Scilla nota ad Ulisse, poche regioni al mondo presentano una così grande varietà di aspetti e tanta ricchezza di paesaggi quanti ne contiene la Calabria.
I terreni cristallini, le acque ed i boschi favoriscono, inoltre, un'intensa attività termale già presente in numerosi centri con paesaggi ricchi di arte e di bellezze naturali; citiamo ad esempio Le terme Luigiane di Guardia Piemontese, quelle di Cerchiara di Calabria, di Galatro, di Cassano allo Jonio, le Terme Sibarite, quelle di Spezzano Albanese, di Antonimina, di Cotronei e Le Terme Caronte di Lamezia Terme. Un'avveduta pianificazione, quindi, legata al rispetto della natura, potrà dimostrarsi la carta vincente per una regione che alle bellezze del mare, alle spiagge dai profondi arenili, alle calette nascoste, aggiunge il fascino di un paradiso verde: l'immensa Sila, il grande parco patria del Pino Loricato, il Pollino, le Serre, l'Aspromonte; una flora ed una fauna incontaminate. Il mare, ed a pochi chilometri i monti per escursioni e soggiorni sia estivi che invernali........, ecco gli ingredienti per il futuro rilancio della nostra terra.
- - - - - - - - -
Forse in poche regioni come la Calabria l'artigianato ha trovato la sua ragione d'essere. L'artigianato calabrese ha origini antichissime ed associazioni corporative molto remote. Non c'é attività umana in cui esso non sia sviluppato. E se nel settore della ceramica ha raggiunto la foto massima diffusione, in quello degli strumenti musicali ha toccato, in piccoli centri come Bisignano, espressioni massime con generazioni di liutai che sin dal `700 costruiscono chitarre da concerto, mandolini ad arpa, e soprattutto violini, uno dei quali si vuole sia stato acquistato persino da Giuseppe Verdi. E' tuttavia la produzione di oggetti in ceramica in primo piano nell'artigianato calabrese. Botteghe di ceramisti sono diffuse in parecchi centri, da Altomonte a Gerace, Belcastro, Squillace, Seminara e Palmi. Al tornio si continua a modellare di tutto: barilotti di diverse misure per far invecchiare il vino, pannelli a soggetto religioso, vasi e "quartare" variopinte. A locri si sfornano ancora "pinakes" come quelle antiche e lucerne ed anfore con testa; a Squillace "orialori" e "salaturi"; a Gioiosa Jonica e Roccella "cuccume" e "quartarelle" ; a Soriano vasi da giardino e tegole. E la lista potrebbe continuare all'infinito. Anche l'artigianato del legno in Calabria è dei più antichi ed illustri sostenuto dalla ricchezza di legname aspromontano e dalla maestria degli operatori, molto bravi nell'intagliare, scolpire, intarsiare, tornire. Rogliano è un centro rinomato di questo artigianato artistico con specialisti in bassorilievi e sculture per le chiese. La produzione comune moderna riguarda sedie, mortai, lunghi cucchiai, bastoni con manici a forma d'animale e suppellettili. L'attività cantieristica,in proporzioni ridotte, è sviluppata nei paesi costieri: Pizzo, Paola, Bagnara, Scilla, Cetraro. In provincia di Reggio, infine, esistono ancora delle botteghe per la lavorazione della radica e la produzione di ottime pipe. Le donne liberano invece la loro fantasia nei tessuti di lana e di seta. Basta fare una capatina a Polistena, in provincia di Reggio, dare un'occhiata alle "pezzare" le variopinte coperte fatte di cenci attorcigliati e legati con fili colorati. Altro prodotto caratteristico è rappresentato dalle coperte di ginestra che cambiano di tonalità ad ogni mutar di stagione. E che dire dei tessuti e dei ricami delle donne di Tiriolo, in provincia di Catanzaro, di cui sono arcinote le "vancole" scialli di lana a strisce anch'esse a colori. A Carfissi, a Palagonia, a San Nicola, i vecchi telai sono ancora oggi in attività per tessere lane, velluti, damaschi e sete costose. Ma anche in altri centri ferve la produzione: Platania, Petrizzi, Cortale, Fagnano castello, Rombiolo, dove un tempo si produceva anche la canapa, Ardore, Gioiosa, Polistena, Palizzi. Senza dimenticare Longobucco, famosa per gli arazzi, e San Giovanni in Fiore, dove si fanno tappeti di lana in grado di competere con quelli orientali. Fra tanti "maestri", in Calabria ci sono anche quelli del ferro battuto, che lavorano l'ottone, il peltro, la latta per farne balconi, ringhiere, cancelli, lucerne, candelabri e piatti. E orafi ed argentieri che plasmano le lamine ed usano il bulino per produrre orecchini, monili, collane, pendagli spesso rifacendosi ad antiche fogge. Principe degli orafi calabresi moderni è Gerardo Sacco con un laboratorio a Crotone: le sue artistiche creazioni sono note ormai in tutto il mondo. Altra attività artigianale tipica, anche se secondaria, è quella dei cestai. E' un lavoro molto diffuso a Soriano, da dove, in occasione delle feste locali, i cestai invadono i centri della regione con i loro prodotti tipici: canestri e cestini rotondi ed ovali di vimine. In campo alimentare, anche la preparazione delle conserve, riservata prima solo all'ambito familiare,sta divenendo poco a poco un'attività interessante organizzata in piccoli e medi laboratori che utilizzano principalmente funghi, pomodori, melenzane, peperoncini e salse piccanti, tonno, paste tradizionali, insaccati etc.
Un cenno, infine, va fatto per l'industria della lavorazione e della trasformazione degli agrumi. La buona produzione calabrese viene lavorata spesso sul posto per ricavarne succhi, essenze ed olii essenziali con standard qualitativi altissimi. Purtroppo la concorrenza internazionale frappone notevoli ostacoli all'esportazione limitando un settore in altri tempi molto redditizio. Basti pensare al bergamotto un frutto che in tutto il mondo cresce solo in una piccola zona (pochi chilometri di costa) della provincia di Reggio Calabria, favorito da un microclima del tutto particolare, la cui essenza, ricavata da un'antichissima lavorazione, rappresenta la base principale dei migliori profumi e cosmetici. A Reggio, città della "Fata Morgana" che vanta la temperatura media più mite d'Italia, profumi ed essenze si perdono nella storia, basti rammentare la lavorazione della concreta di gelsomino per lavande ed acque di colonia, o il profumo inebriante degli stessi fiori di gelsomino appena colti o, infine, quello di rari frutti tropicali quali l'annona che, da queste parti, non è raro veder crescere spontaneamente.
(1) Incontro con la Calabria - Laruffa Editore - Reggio Calabria
Back